La famiglia Trigona è una delle più antiche famiglie aristocratiche della Sicilia. Presenti dal secolo VII, i Trigona prendono il loro nome dal castello di Trigonne in Picardia (oggi Svizzera tedesca). Nel 1239, l'imperatore Federico II di Svevia li incoronò in Palermo, Catania, Siracusa, Canicarao, Piazza Armerina e Floresta tra Ducati, Marchesie e Baronati.
Ai giorni nostri, i fratelli Trigona di Misterbianco hanno scommesso sulla tradizione agricola e vitivinicola tramandata da secoli, rinnovando i vigneti distrutti dagli alleati alla fine del conflitto mondiale, nel luglio del 1943, durante lo sbarco sulle coste della Sicilia orientale. Proprio in questo contesto l'Azienda Agricola Trigona coltiva le sue viti, con passione, dedizione e tradizione, per ricavarne dei vini qualitativamente superiori. Il Duca Salvatore, zio dei Fratelli Trigona, attuali proprietari del Fondo, reimpiantò nel dopoguerra i vigneti con le uve di cui aveva da sempre conoscenza in quella zona: Sangiovese e Grillo. Alcune antiche viti di Sangiovese, forse prefillossera, sono state ritrovate nelle vigne e se ne sta curando il reimpianto. Oggi Carmela e Vincenzo Trigona hanno raccolto l'eredità dello Zio "Duca Turiddu", al quale hanno dedicato la prima etichetta, scommettendo e sostenendo la tradizione agricola secolare in regime assolutamente biologico.
L'azienda Trigona, da circa un ventennio, coltiva con il metodo dell'agricoltura biologica: un sistema colturale sano e poco impattante per l'ambiente. Il metodo biologico in realtà rappresenta la rievocazione dell'agricoltura di epoche passate, quando non esistevano erbicidi e fertilizzanti sintetici.
I trattamenti utilizzati infatti sono a base di insetticidi naturali (derivati da vegetali), di zolfo e di rame elementare, le concimazioni sono effettuate a base di letami stallatici provenienti da allevamenti biologici.
Le rigide selezioni dei grappoli durante la vendemmia consentono di utilizzare quantità minime di solfiti, comunque indispensabili al fine della conservazione dei vini.
La imminente realizzazione di una piccola cantina all'interno dell'azienda ci consentirà di completare la filiera biologica in loco.
La Riserva orientata denominata "Oasi del Simeto" fu istituita nel 1984 al fine di favorire ed incrementare le condizioni necessarie per la
nidificazione della fauna migratoria. La Riserva (circa 850 ettari) è rappresentata da un'area umida costituita da stagni e corsi d'acqua, tra i
quali il lago Gornalunga, che ospita storicamente una moltitudine di specie ornitologiche.
Quest'area, che un tempo rappresentava una delle zone di caccia più appetite del meridione d'Italia è, ai giorni nostri, un sito di interesse
comunitario gestito dalla Provincia Regionale di Catania. Le aree naturali più importanti (zona A, dove sostano e nidificano gli uccelli), sono
quelle umide e dunali in cui è presente una vegetazione psammoalofila (che vive su suoli con alta concentrazione salina). Osservando le dune di
sabbia prospicienti i corsi d'acqua veniamo sorpresi dal giglio marino, dal ginepro coccolone o dal Latte di gallina d'Arabia, specie che vivono
solo nell'ambiente palustre ed acquitrinoso.
Malgrado lo scellerato abusivismo edilizio che contraddistingue la zona, troviamo ancora una moltitudine di specie pennute che vivono indisturbate:
Aironi e Fenicotteri negli specchi d'acqua; Gheppi, Nibbi e Falchi Pescatori a quote più alte, sempre a caccia di piccole prede; sul litorale
vicino le foci del fiume Simeto e del lago Gornalunga osserviamo la Beccaccia di Mare o, se fortunati, il Martin Pescatore.
La particolarità dei terreni alluvionali è rappresentata da alternanze argillose-calcaree-arenacee: una grande ricchezza di sostanze limose ed
umiche. Il costante intervento delle brezze marine e l'intensa insolazione che insiste nei mesi estivi fino alle ultime ore del giorno,
regalano ai nostri vini delle note profumate intense e una struttura ed una sapidità che rispecchiano il microclima di questa incantata
porzione di fascia ionica.
Un’appenendice aziendale di circa due ettari ricade nella zona più vocata della D.O.C. Etna, in contrada Moganazzi a 800m S.L.M.: qui si contivano
il Nerello Mascalese, vitigno a bacca rossa ed il Carricante a bacca bianca, varietà autoctone della zona.
L'Azienda Agricola Vincenzo Trigona insiste nel territorio dell'Oasi Naturale del Simeto, stretta nell'abbraccio del fiume Simeto e del canale Benanti, scivolando dolcemente fino alle sabbiose spiagge bagnate dallo Ionio. Da sempre appartenuta ai Duchi di Misterbianco, la tenuta si estende per circa 120 ettari nella zona a sud del territorio catanese ed oggi è Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) per le peculiarità naturalistiche e faunistiche.
Tra aironi, fenicotteri e tante specie protette, il lago Gornalunga, che si estende all'interno della tenuta per circa 6 ettari, ci permette l'osservazione di una zona umida di rara bellezza. Questa parte della costa catanese fu teatro, nel luglio del 1943, dello sbarco degli alleati e di un violento scontro bellico durante il quale vennero distrutti i rigogliosi vigneti e il castello, residenza estiva dei Duchi di Misterbianco. Oggi l'azienda certificata produce cereali, agrumi e vini di qualità superiore, adottando il metodo dell'agricoltura biologica.
Sangiovese e Cabernet Sauvignon in regime di Agricoltura Biologica.
A questo importante rosso è stato dato il nome dello zio Duca Salvatore Trigona di Misterbianco, che ha lasciato in eredità al nipote Vincenzo
la sua amatissima tenuta.
Un vino intenso e corposo prodotto da Sangiovese e Cabernet Sauvignon, vinificati separatamente ed affinati in barrique di Rovere.
Il rubino risplende nel ballon, con una luce riflessa. Un'accennata corona aranciata ne sottolinea il carattere, sviluppato dall'affinamento
in barrique di rovere per almeno 14 mesi.
I sentori di frutta a bacca rossa, succulenta e matura, ci ricordano l'amarena. Piacevoli sentori di frutta secca, tra i quali affiora la
delicatezza della vaniglia sono l'effetto della permanenza in legno. Il finale tra i banchi dei mercati di spezie di Marrakech, pizzicando
dolcemente il naso in un ricordo di pepe nero.
In bocca si presenta forte, deciso, avvolgente. La rotondità ed un'equilibrata morbidezza non nascondono una piacevole sapidità, frutto di
un terreno argilloso complesso e di un ambiente aereo ricco degli effetti salmastri dello Ionio.
I delicati tannini che si rilevano nel finale sottolineano la struttura e l'eleganza del vino. Immaginiamo ricchi abbinamenti; piatti di carni
rosse finemente strutturati, fino ad arrivare al matrimonio perfetto con uno stinco di manzo.
La lunga persistenza ci dona le massime punte ad una temperatura di servizio di 16-18°, permettendo al vino di combinare in un magico effetto
le componenti organolettiche complesse che ne costituiscono la struttura.
Grillo 100% in regime di Agricoltura Biologica.
Il bianco Duchessa Rosina porta il nome della nobildonna Rosina Li Destri, moglie del Duca Turiddu.
Il colore giallo, con riflessi dorati e lucenti, anticipa la ricchezza del bouquet, oltre ad una complessità gusto olfattiva risultato di
una piacevole evoluzione.
Un giardino di calle bianche accoglie l'olfatto al primo impatto con il bicchiere, esaltandone il bouquet. I profumi floreali sono di zagara
e, da una leggera rotazione del bicchiere, emergono note di frutta a polpa gialla succosa: la pesca, la susina, con accenni di frutta
tropicale come l'ananas e la banana.
Nel finale, una lieve nota erbacea ci ricorda la radice dello zenzero. Il sorso è importante! In bocca la presenza del mare, una sapidità
che è il risultato delle carezze delle brezze marine che fronteggiano i vigneti. Al palato viviamo la generosità del terroir.
L'argilla e la vegetazione circostante si esprimono nell'importanza alcolica e nella persistenza, consentendoci di immaginare abbinamenti
anche con cibi ricchi ed articolati.
La temperatura di servizio permette di concederlo sia a piatti di crostacei e molluschi (8-10°), che a primi piatti marinari con vongole e
gamberi; notevole l'abbinamento con fritture di calamari e gamberi, fino alle più complesse "sarde a beccafico" (10-12°).
Sangiovese 100% in regime di Agricoltura Biologica.
Il nome, dal latino "Fictilia" di creta, d'argilla,identifica le caratteristiche del terreno ricco di argille alluvionali che da l'imprinting a questo Sangiovese di Sicilia.
Le pietre preziose rappresentano il carattere distintivo dei colori dei nostri vini. Il rubino, ben sottolineato, si presenta con una limpidezza
che permette alla luce di attraversarlo con eleganza e grande bellezza.
I frutti rossi sono in grandi cesti di vimini fortemente assortiti: ciliegie, amarene, more e prugne. Sentori vegetali di tè, timo e maggiorana
arricchiscono il complesso bouquet che lascia immaginare importanti tempi di affinamento.
L'acidità è spiccata, segnale del carattere ancora "nervoso" che l'affinamento provvederà ad educare; la generosa presenza dei venti salmastri,
con i quali il mare abbraccia i nostri vigneti, completa il dolce quadro con una nota sapida.
Il Sangiovese "Grosso", custodito da secoli in Sicilia, trovò grandissimi estimatori tra i Duchi di Misterbianco, i grandi vini infatti
coccolavano i monarchi durante le feste e le cene di gala.
Gli abbinamenti ci rimandano a piatti con una lunga persistenza aromatica e gustativa; le complessità delle cotture e degli alimenti diventano
perfetti abbinamenti con questo Sangiovese da servire a 16-18°. Carni al sugo, arrosti di manzo e di maiale, formaggi stagionati e mediamente
stagionati (Ragusano DOP, Piacentino Ennese a pasta dura).
Fictilia, abbinato a se stesso, riesce a comprimere in una bottiglia sfumature e dettagli di quest'area fortunata ed a rilasciare come il
genio di Aladino in un caleidoscopio ... sensazioni uniche.
Nerello mascalese 100% in regime di Agricoltura Biologica.
È prodotto con una selezione di uve pregiate di Nerello Mascalese, vitigno etneo.
I terreni sabbiosi e vulcanici regalano una mineralità caratteristica ed un buchet complesso con note di frutti di bosco e amarene …
percezioni di combustione.
La lunga macerazione alcolica dipinge questo Etna rosso di un color rubino molto intenso.
Gli spigoli taglienti di questo grande vino vulcanico vengono poi smussati da qualche mese di barrique di rovere. Si accosta bene con brasati, selvaggina e formaggi stagionati.
Nerello mascalese 100% in regime di Agricoltura Biologica.
Il fascino e l'eleganza del rosè, sposano il Nerello in questo vulcanico Etna Rosato: le bucce rimangono a contatto con il succo d'uva poco tempo prima di fermentare al fine di garantire il colore rosa brillante.
Un vino profumato, floreale ma informale, facile da accostare un pò a tutte le pietanze, spiccatamente acido e minerale, comuni denominatore dei vini dell'Etna.
Nerello mascalese 100%.
Rappresenta la nostra interpretazione dello spumante classico prodotto dal Nerello Mascalese, vitigno poliedrico storicamente coltivato sul vulcano, nella zona più vocata dell'Etna DOC, a circa 800m sul livello del mare.
Le uve vengono vendemmiate precocemente e vinificate in bianco, poi la presa di spuma si ottiene con l'aggiunta di zucchero e lieviti selezionati, il vino così riposa per circa trenta mesi sui lieviti prima della sboccatura. Una piccola aggiunta segreta corona il ciclo utilizzato nel metodo Champenoise.
Nel flute un perlage fine e intenso, al naso sentori di lievito e crosta di pane con note floreali. Si accosta bene con crudi di pesce e frutti di mare, con formaggi secchi non troppo stagionati.